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  Marco Boato - attività politica e istituzionale
   

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Roma, Camera dei Deputati, 12 gennaio 2006
DIRITTO DI VOTO DEI CITTADINI TEMPORANEAMENTE ALL’ESTERO
Intervento di Marco Boato in discussione del testo unificato
Resoconto sommario e stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 729 di giovedì 12 gennaio 2006

(Esame articolo 1 - A.C. 809 ed abbinate)

MARCO BOATO. Signor Presidente, rappresentante del Governo e colleghi, ho sottoscritto insieme ai colleghi Leoni, Amici, Bressa, Mascia e Calzolaio l'emendamento in esame e condivido la scelta fatta dal primo firmatario di non ritirarlo. Le ragioni sono quelle espresse dagli onorevoli Leoni e Zaccaria poco fa e non voglio ulteriormente motivarle.

Credo che molti colleghi in quest'aula abbiano ricevuto sollecitazioni da parte di docenti o ricercatori universitari delle varie categorie (non ricordo se siano temporaneamente all'estero o in procinto di andarci), che si troveranno nell'impossibilità di esercitare il diritto di voto. Quindi, visto che su questo terreno non dovrebbero esserci discriminanti di schieramento politico, rivolgo un appello all'Assemblea perché l'emendamento Leoni 1.1 sia approvato.

Signor Presidente, colgo questa occasione per dire che da parte mia e nostra ci sono forti perplessità sull'impianto complessivo della presente proposta di legge. Ho sentito alcuni colleghi dell'estrema destra rivendicare e quasi alzare una bandierina ideologica sul merito di aver proposto questo provvedimento. Non c'è dubbio che il tema andasse affrontato, ma l'idea che militari e diplomatici - anche docenti universitari, se verrà accolto il nostro emendamento per ragioni di equità - debbano votare per i candidati della cosiddetta circoscrizione Estero è assolutamente incredibile. Tali persone non stanno stabilmente all'estero, ma sono in una missione militare, in una sede diplomatica e, se venisse approvato il nostro emendamento, farebbero, ad esempio, un anno sabbatico di ricerca e di insegnamento all'estero. Che senso ha che contribuiscano ad eleggere i candidati della circoscrizione Estero, per di più, a mio parere incostituzionalmente, non potendosi candidare? Di conseguenza, essi contribuiscono ad eleggere in un ambito nel quale, se scegliessero di volersi candidare, per questa proposta di legge non potrebbero farlo: quindi, le incongruenze sono enormi.

Io considero - e a suo tempo lo dissi in quest'aula - incostituzionale la norma che prevede la residenza all'estero per candidarsi nella circoscrizione Estero: tale norma confligge con tutto l'impianto della nostra Costituzione. Io sono cittadino italiano ma, se volessi candidarmi in un ambito del sistema elettorale del nostro paese, se non sono residente in quell'ambito, per il Parlamento non potrei candidarmi. Secondo me, questo è palesemente incostituzionale, ma riguarda una norma già approvata, peraltro con il mio voto contrario, da questo Parlamento. A mio parere, in questo caso la scelta strategica è stata sbagliata. Il diritto di voto andava dato - e bisogna consentire di esercitarlo a diplomatici, militari, docenti universitari e, se ci sono altri soggetti, come giustamente è stato detto dai miei colleghi, li si indichino -, ma il modo con cui questo avviene è francamente molto discutibile.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 809 ed abbinate)

MARCO BOATO. Signor Presidente, sarò molto breve per due ragioni. Innanzitutto, perché ho espresso alcune perplessità in occasione del voto favorevole sull'emendamento Leoni 1.1. La seconda ragione non la potevo prevedere, quando mi sono iscritto a parlare. Ho ascoltato con attenzione (come faccio sempre) il collega dello schieramento a me contrapposto, ossia l'onorevole Rivolta, e, cercando di liberarmi da qualunque pregiudizio ideologico, mi trovo a condividere, parola per parola, dalla prima all'ultima, ciò che, poco fa, lo stesso ha dichiarato, tra l'altro - lo devo riconoscere - con molto equilibrio e con molta razionalità.

Anche l'onorevole Rivolta ha sottolineato l'aspetto di incostituzionalità presente nella scelta di prevedere l'elettorato attivo sulla circoscrizione Estero, ma non quello passivo e ha definito (forse ha usato un termine ancora più forte) surreale il fatto che gli italiani temporaneamente all'estero (il presupposto da cui tutti partiamo è che è giusto garantire loro il diritto al voto) votino per candidati per la circoscrizione Estero che nulla hanno a che fare con il loro ruolo e la loro attività, poiché queste persone si trovano all'estero solo temporaneamente. Logico sarebbe stato farli votare all'estero con riferimento alle circoscrizioni e alle regioni italiane.

Il collega Rivolta ha sottolineato, altresì, l'incongruità del metodo con cui tutto questo avviene; incostituzionale, surreale ed incongruo sono i tre aggettivi che ha utilizzato e che io riprendo.

Lo ripeto: non è una questione di schieramento politico. Siamo sul terreno dei diritti politici fondamentali. Tali questioni prescindono o dovrebbero prescindere dagli schieramenti e dovrebbero garantire, certamente, l'esercizio del diritto di voto (fortunatamente, su tale aspetto, in quest'aula, siamo unanimi), ma con modalità che siano costituzionalmente, istituzionalmente e giuridicamente razionali, conseguenti ed equilibrate. Questo, purtroppo, non è avvenuto e per questo motivo esprimerò una posizione di astensione anche a nome dei colleghi della componente dei Verdi.

 

  Marco Boato

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